Maxi deduzione del costo del lavoro: un’importante opportunità per le imprese

Che cos’è la maxi deduzione del costo del lavoro?

La legge di bilancio 2024 ha introdotto una misura di grande rilievo per il mondo del lavoro: la maxi deduzione del costo del lavoro. Inizialmente prevista per il solo esercizio 2024, questa agevolazione è stata prorogata fino al 2027, offrendo alle imprese e ai professionisti un’opportunità concreta per incentivare l’occupazione stabile e ottimizzare il carico fiscale.

L’agevolazione prevede una maxi deduzione del 120% del costo del lavoro per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, che arriva al 130% per le assunzioni di categorie di lavoratori meritevoli di maggiore tutela.

Chi sono i destinatari della maxi deduzione?

L’agevolazione è destinata a una platea ampia di soggetti, tra cui:

  • Società di capitali e di persone residenti in Italia;
  • Stabili organizzazioni di società non residenti, limitatamente alle assunzioni avvenute in Italia;
  • Imprese individuali;
  • Lavoratori autonomi, anche esercenti l’attività in forma di associazione professionale.

Per poter beneficiare della maxi deduzione, è necessario che l’attività sia stata esercitata nei 365 giorni antecedenti il primo giorno del periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2023 (366 giorni se il periodo d’imposta include il 29 febbraio).

Sono esclusi dall’agevolazione:

  • Imprese in liquidazione ordinaria o in liquidazione giudiziale (fallimento);
  • Imprese soggette a procedure di crisi d’impresa di natura liquidatoria;
  • Enti pubblici e privati diversi dalle società che non hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciale, nonché gli organismi di investimento collettivo del risparmio, la maggiorazione spetta per le assunzioni dei lavoratori a tempo indeterminato impiegati nell’esercizio dell’attività commerciale a condizione che risultino da separata evidenza contabile;
  • Soggetti per i quali il reddito non è determinato in modo analitico.

Cosa prevede la norma?

Il provvedimento dispone per i titolari di reddito d’impresa e gli esercenti arti e professioni, per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023, ai fini della determinazione del reddito, la maggiorazione del costo del personale di nuova assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, nonché una ulteriore deduzione in presenza di nuove assunzioni di dipendenti, con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, rientranti nelle categorie di lavoratori meritevoli di maggiore tutela.

La maxi deduzione si applica al costo del personale assunto a tempo indeterminato, con le seguenti aliquote:

  • 120% per tutte le nuove assunzioni;
  • 130% per categorie di lavoratori svantaggiati, tra cui:
    • Persone con disabilità;
    • Minori in difficoltà familiare;
    • Donne con almeno due figli minori;
    • Giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile;
    • Ex percettori del Reddito di Cittadinanza che non integrino i requisiti per l’accesso all’assegno di inclusione.

Quali costi del personale sono inclusi?

Sono ricompresi nella deduzione:

  • Salari e stipendi (compresi elementi fissi e variabili che entrano a comporre la retribuzione per legge e/o per contratto) e gli oneri sociali a carico del dipendente, nonché le indennità;
  • Oneri sociali a carico della società da corrispondere ai vari enti previdenziali e assicurativi;
  • Accantonamenti ad eventuali fondi di previdenza integrativi diversi dal TFR e previsti, in genere, dai contratti collettivi di lavoro, da accordi aziendali o da norme aziendali interne.

Sono esclusi:

  • Buoni pasto;
  • Spese per l’aggiornamento professionale dei dipendenti;
  • Costi per servizi di vitto e alloggio dei dipendenti in trasferta;
  • Costi relativi alle auto aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti.

Determinazione dell’agevolazione

Il costo del personale così determinato è maggiorato, ai fini della determinazione del reddito:

  • di un importo pari al 20%;
  • di un ulteriore 10% del costo effettivamente sostenuto dall’impresa in caso di nuove assunzioni di dipendenti riconducibili a ciascuna delle categorie svantaggiate e meritevoli di maggiore tutela.

Il maggior costo si determina applicando il 20% al minore dei due seguenti elementi:

  • Il costo del lavoro 2024 delle persone neoassunte;
  • L’incremento del costo complessivo del personale iscritto a conto economico per le imprese, ovvero pagato per i professionisti, nell’esercizio 2024 rispetto al 2023.

Ai fini della determinazione della maggiorazione, il costo da assumere è pari al minor importo tra quello effettivamente riferibile al personale di nuova assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, risultante dal conto economico, e l’incremento del costo complessivo del personale, classificabile per categorie dei lavoratori dipendenti rispetto a quello relativo all’esercizio in corso al 31 dicembre 2023.

Qualora l’incremento del costo complessivo del personale dipendente sia inferiore al costo riferibile al personale di nuova assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, in presenza di entrambe le categorie di lavoratori, il costo da assumere, ai fini della maggiorazione, è ripartito tra le due categorie proporzionalmente al costo del personale di nuova assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato di ciascuna di esse.

Quali sono i requisiti per accedere all’agevolazione?

L’agevolazione è subordinata a due condizioni fondamentali:

  • L’agevolazione spetta nel caso in cui il numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, al termine del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 (31 dicembre 2024 per i soggetti con periodo d’imposta coincidente con l’anno civile), è superiore al numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato mediamente occupati nel precedente periodo d’imposta;
  • Il precedente incremento occupazionale rileva a condizione che, al termine del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023, il numero dei lavoratori dipendenti, inclusi quelli a tempo determinato, sia superiore al numero degli stessi lavoratori mediamente occupati nel periodo d’imposta precedente.

Secondo quanto confermato direttamente dall’Agenzia delle Entrate quindi, il beneficio spetta solo se, al termine del periodo d’imposta agevolato, l’incremento del numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato è accompagnato dall’incremento del numero complessivo dei lavoratori dipendenti.

In caso contrario, l’incremento del numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato non consente l’accesso al beneficio.

Criteri di calcolo dell’incremento occupazionale

Ai fini del calcolo, sono previsti alcuni criteri specifici:

  • Neutralizzazione degli incrementi quali conseguenza di operazioni di riorganizzazione (fusioni, scissioni, trasferimenti);
  • Esclusione dei lavoratori distaccati all’estero, anche se assunti a tempo indeterminato per tutta la durata del distacco;
  • Inclusione delle trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato;
  • Computo dei lavoratori part-time in misura proporzionale alle ore di lavoro prestate;
  • I lavoratori somministrati rientrano nel computo dell’incremento occupazionale dell’impresa utilizzatrice in misura proporzionale alla durata della missione, purché assunti dall’agenzia di somministrazione con contratto a tempo indeterminato
  • Inclusione dei soci lavoratori di cooperative.

Inoltre, l’incremento occupazionale deve essere al netto delle diminuzioni occupazionali avvenute in società collegate o controllate dallo stesso soggetto economico.

Un’opportunità da non perdere

Grazie alla proroga fino al 2027, le imprese e i professionisti hanno a disposizione più tempo per pianificare strategie di crescita occupazionale e beneficiare di un significativo risparmio fiscale. Per un’analisi dettagliata e una gestione efficace delle pratiche, affidati a Studio Brambati: i nostri esperti ti guideranno passo dopo passo per massimizzare i vantaggi di questa misura.

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